Il 19 dicembre 2018 si è tenuto il processo relativo alla vicenda della cagnolina Siria del quale la sentenza é stata letta con motivazione dal G.M. del Tribunale Penale di Bergamo, dott.ssa Bertoja.
L”imputato si é avvalso del patteggiamento e ha ottenuto condanna a mesi 8 di reclusione- pena sospesa, dato lo stato di incensuratezza e a rifondere alle parti civili le spese legali. Trattandosi di patteggiamento, non é stato possibile riconoscere alle parti civili il risarcimento dei danni morali cagionati dalla efferatezza dell”azione criminosa.
Le parti civili regolarmente costituite erano 5.
Sono piaciute le seguenti parole lette in motivazione e con cui si spiegava perché non fossero state concesse le attenuanti generiche, e cioè: ” la particolare crudeltà del tentativo di uccisione di un animale sofferente, seppellendolo ancora in vita”.
Sì, perché, essendo la povera Siria morta dopo qualche giorno dal momento in cui era stata tirata fuori da gente che passava per caso dalla sua tomba, persone colpite dai suoi flebili lamenti, l”ipotesi di reato é il tentativo e non il reato consumato. Quindi la pena é logicamente inferiore.
Vi comunichiamo, inoltre, che l’altro imputato, il “compassionevole ” proprietario di Siria ha anche lui scelto la strada del patteggiamento ed il processo é fissato per marzo.
L”unica considerazione che ci conforta é che Siria non solo ormai é in un luogo dove nessuno potrà farle più del male, ma che almeno é stata accarezzata ed accudita prima di morire, sotto una copertina di lana perché non avesse freddo. Presente in aula a rappresentare il Comitato UGDA Onlus l”Avvocato Patrizia D”Elia Palmieri che si è attivata anche per la denuncia UGDA .